Consulta l’elenco completo degli organi di nuova costruzione realizzati dall’azienda “Organi Pinchi”, per ognuno di essi troverai la scheda tecnica in formato .PDF da scaricare.
Spazi antichi, nuovi o da costruire: il nostro approccio è sempre legato ad alcuni elementi cardine:
La genesi di un organo è l’incontro tra suoni e simboli, prassi e desiderata. Non può e non deve essere solamente una creatura intimamente personalizzata ma deve essere figlio di un’idea condivisa da tutta una comunità.
Solo così l’organo da costruire potrà divenire quel mezzo straordinario di coesione e di esaltazione della condivisione artistica e spirituale.
Disegnare un organo liturgico rinnova sempre una doppia sfida:
Quando parlo di linguaggio mi riferisco a quello del nostro tempo, perché non mi stanco mai di credere che anche nel contemporaneo il bello sia presente.
In un epoca che spesso annichilisce le possibilità di espressione costrette in contesti passatisti, figurativi e didascalici, la mia preoccupazione è quella di far riemergere un simbolismo intimo fatto di piccole suggestioni, linee di sintesi, richiamo ai materiali nobili e poveri in infinite modalità di impiego.
Amo tutte quelle tecniche e lavorazioni che ricordano la mano dell’uomo giacché l’organo è un insieme di energie umane materializzate che discendono nel profondo, trasmettono messaggi di spiritualità, aiutano la meditazione e la preghiera, accarezzano le anime.
Disegnare per uno spazio laico, come una sala da concerti, non è certo meno impegnativo se si intende di scolpire e formare lo strumento come totem di una diversa sacralità, un inno al firmamento musicale, il luogo del mistero del suono come mistero di tutte le creazioni. L’organo ha ormai una storia che si perde nel tempo e per questo è saldamente ancorato alla tradizione; offre ciononostante infinite possibilità configurandosi, di fatto, quale intramontabile strumento del futuro.
La cassa di un organo non è mero strumento di risonanza: é la sua vera veste, il biglietto da visita che deve introdurre al linguaggio e all’anima dello strumento. La perfezione della produzione in serie ha sopito i nostri sensi almeno per qualche decennio finché ci ha abituati ad una percezione alterata della perfezione, spesso sinonimo di impersonalità.
Le persone si sono abituate ad affermare: “perfetto sembra di fabbrica!”. Si è perso di vista un aspetto primario, costituito dall’unicità dell’opera artistica dell’uomo e del suo tempo. Ed ogni tempo ha la sua Arte con il diritto a vederla realizzata.
L’inizio di una collaborazione coincide sempre con un ampia tavola rotonda; qui l’azienda e la committenza si confrontano su quelle che sono le esigenze da contemperare con la realtà tecnica del progetto.
Dopo aver definito tutti gli elementi tecnici e pratici, iniziamo la progettazione vera e propria che mantiene fede ad alcuni principi irrinunciabili che, al di là del tipo di organo che si andrà a costruire, dovranno esprimere qualità, linguaggio, personalità ed interiorità.
Considerando l’organo come materia in continua evoluzione; prediligiamo, ai modelli storicizzati, le sintesi estetiche compatibili con i linguaggi contemporanei e gli utilizzi del nostro tempo. Progettando un organo destinato all’uso liturgico ci preoccupiamo di soddisfare le esigenze dell’organista al servizio di una comunità piuttosto che le caratteristiche funzionali dettate dalla moda del momento.
Non tutti gli organari costruiscono le canne di cui abbisognano in proprio, ma le acquistano da ditte specializzate.
Nei nostri laboratori realizziamo tutte le canne, di legno e di metallo, utilizzando le migliori metodologie e valutando di volta in volta le misure, i materiali e le leghe più adatte.
Questo ci permette di avere la massima flessibilità sul materiale fonico che impiegheremo per ogni strumento
Per le canne di mostra utilizziamo solamente lastre con una altissima percentuale di stagno dell’isola di Bangka (90%) mentre per le centinaia o migliaia interne le leghe variano a seconda delle sonorità da creare.
E proprio alle grandi canne di facciata prestiamo una particolare cura, perche dovranno risultare generose nel rendimento sonoro e conservarsi forti e intatte nei secoli.
Costruiamo le canne in legno con abete selezionatissimo, magnificamente sonoro e privo di nodi. Per le canne di legno di alcuni registri dei manuali utilizziamo anche legno di cedro, ciliegio e cipresso.
Il legno è un materiale vivo, anche dopo secoli. Si muove, respira, entra in vibrazione con le onde sonore ed è determinante sulla resa acustica.
Per la costruzione di tutte le parti in legno scegliamo solo i migliori materiali che selezioniamo personalmente curandone ogni minimo dettaglio. Le casse armoniche e le canne di basseria sono esclusivamente di abete sonoro proveniente dalle foreste dell’Austria e della Val di Fiemme, le stesse regioni dove Antonio Stradivari sceglieva il legno per i propri strumenti.
I prospetti possono essere di altre essenze nobili come rovere (di slavonia) o ciliegio se a vista oppure in tiglio se dipinte.
E’ di fondamentale importanza che alla bellezza di una cassa corrisponda una costruzione solida e razionale. Per questo le strutture di sostegno sono abitualmente in Yellow Pine, una poderoso albero proveniente dagli Stati Uniti che garantisce lunga durata e grande stabilità ed evita l’impiego di strutture metalliche che male si conciliano con le esigenze sonore.
Le parti interne e vitali dell’organo godono della medesima considerazione essendo realizzate con i legni più pregiati. I somieri sono realizzati in rovere per quanto riguarda le cinture, compensato fenolico per la cella interna che assicura una superficie perfetta del piano dei ventilabri che vengono realizzati invece in abete.
Le tastiere sono costruite con selezionatissimo abete netto da nodi al fine di prevenire ogni più piccola torsione. Esse poggiano su solidi telai in legno di faggio. Le finiture, quali incorniciatura, modiglioni e coperture dei tasti, vengono concordate con la committenza e comunque sono realizzate sempre con legni pregiati quali ad esempio il bosso nostrano, l’ebano o il noce.
I mantici vengono realizzati con legno di abete e la loro tenuta è assicurata da pelli di agnello o montone conciate tradizionalmente all’allume.
L’intonazione costituisce la fase di maggiore trasporto artistico. L’organaro diviene l’interprete diretto dell’architettura sonora che accoglie e ispira lo strumento. Con questa operazione si darà la voce, il carattere, l’espressione dello strumento che lo renderà unico e irripetibile.
Non esiste infatti un organo uguale all’altro, soprattutto perché l’acustica dell’ambiente in cui esso sarà installato è parte integrante delle sue sonorità.
Per questo motivo l’intonazione viene svolta completamente in chiesa o sala da concerto, dove le canne arrivano ancora mute e le idee scaturite in sede progettuale si condensano finalmente sotto le mani esperte di Claudio Pinchi in quello che sarà il suono sognato.
Sempre pronti alla ricerca di nuovi colori e sonorità, intoniamo gli strumenti al di là dei gusti imposti dal momento, affinché possano parlare di sé come di un unicum indissolubilmente amalgamato con le genti e le loro concettualità promotrici.